I robot collaborativi vengono forniti con le impostazioni di default del costruttore e che il cliente finale è libero di personalizzare in base alla sua catena di produzione. Tra queste distinguiamo:
- l’arresto di sicurezza
- il monitoraggio della velocità
- la separazione dei compiti con l’operatore umano
- il monitoraggio dei compiti
Le impostazioni di default di un robot
Se ti stai chiedendo quale sia la differenza tra un arresto monitorato di sicurezza e il monitoraggio della velocità e della separazione, è piuttosto semplice. Un arresto monitorato di sicurezza si ha quando il robot si ferma perché qualcuno o qualcosa ha fatto scattare i suoi parametri di sicurezza. In tal caso, il robot dovrò attendere fino a quando l’operatore addetto alla sua manutenzione non gli trasmetterù il segnale di riavvio. Nel secondo caso, il robot funzionerà costantemente a qualsiasi velocità designata dalle zone di sicurezza determinate per esso. Le zone di sicurezza sono graduate in modo che il robot produca reazioni diverse in base alla posizione dell’operatore con cui deve condividere un ciclo di produzione all’interno delle diverse zone di sicurezza e potrebbe comunque comportare un arresto monitorato quando l’uomo si avvicina troppo al robot.
Caratteristiche particolari dei robot collaborativi
Utilizzare dei robot industriali è ideale per qualsiasi azienda impegnata nella produzionedi manufatti che richiedono un movimento costante e ripetitivo come ad esempio la tinteggiatura in verticale o in orizzontale di una superficie oppure il sollevamento di alcuni materiali per adagiarli da un contenitore altro. I cobot (il nome tecnico che fonde il termine collaborativo con robot) prodotti dalla Universal Robots – leader del settore con sede ad Odense in Danimarca – nascono principalmente come supporto aziendale per la produzione di beni e hanno un sistema sensoriale incorporato. Quest’ultimo consente allo strumento di rilevare la vicinanza dell’operatore addetto alla collaborazione con esso, alla sua manutenzione o al semplice controllo del processo di lavorazione.
L’azienda danese, fin dal giorno della sua nascita, si è preposta come partner ideale con questi sofisticati strumenti amici dei lavoratori, dal momento che un suo robot può operare fianco a fianco degli umani senza dispositivi di sicurezza aggiuntivi. Il robot può percepire infatti delle forze anomale nel suo percorso, e nel caso ciò dovesse accadere, è comunque programmato per fermarsi quando il suo software avverte un sovraccarico in termini di forza.
Molti di questi robot sono tra l’altro certificati da terze parti che si concentrano sulla sicurezza industriale per la collaborazione uomo-robot. A tale proposito vale la pena sottolineare che le specifiche tecniche ISO / TS 15066 vengono con dei coefficienti che specificano le forze massime (N) e l’energia (J) e che possono essere applicate su un essere umano senza alcun danno. Questa specifica tecnica chiarisce i requisiti di sicurezza necessari per la collaborazione uomo-robot siano essi normali robot industriali che quelli collaborativi.
Caratteristiche particolari dei cobot
Tra le varie caratteristiche che questi robot collaborativi hanno la principale è senza alcun dubbio la capacità di leggere le forze nelle loro articolazioni. Ciò gli consente di rilevare la presenza di forze anomale sul loro apparato mentre stanno lavorando. In queste situazioni si possono programmare per l’arresto parziale o totale e talvolta invertire le posizioni. Ciò significa che sono in grado di rispondere immediatamente se entrano in contatto accidentale con un essere umano o altri materiali e di dissipare parte dell’energia generata dall’impatto.
Questa caratteristica ci porta ad analizzarne un’altra anch’essa molto interessante e che riguarda la loro modalità di guida. I robot collaborativi della Universal Robot, infatti, possono avvertire tramite un input computerizzato le forze, essere programmati per muoversi in determinate posizioni o seguire degli specifici percorsi che possono poi ripetere in seguito. La guida manuale invece da un lato facilita la collaborazione uomo-robot, ma dall’altro non rende il robot intrinsecamente sicuro, in quanto in caso di problemi l’arresto automatico non si innesca se non eseguito dall’addetto alla sua manutenzione o dall’operatore stesso